Cinciarella e Cinciallegra

E la macchia pareva un alveare, piena di frulli e di ronzii. Ma ella sentiva anche un frugare, uno sfrascare, un camminare. Chi sarà? Ma in quella che riguardava tra un cespuglio raro, improvvisa cantò la cinciarella” descrive così Giovanni Pascoli nel poemetto “La notte” la vivacità di questo piccolo uccellino di appena 12 centimetri. Il suo canto che alcuni poeti paragonano ad un flauto e la sua colorazione vivace, oltre ad eleggerla la più vivace tra le cince, la rendono anche protagonista di una credenza popolare secondo la quale una ragazza nubile sposerà un uomo felice se il giorno di San Valentino la avrà avvistata prima di ogni altro uccello.

La Cinciarella (Cyanistes caeruleus) oltre ad essere molto agile possiede anche una mente brillante  capace di risolvere alcuni problemi che potrebbero essere un ostacolo alla ricerca del cibo. Diversi naturalisti hanno tratto questa conclusione dopo aver utilizzato varie tipologie di mangiatoie come veri e propri test che questi uccelletti hanno risolto intuitivamente con buoni risultati. Questi “frivoli folletti”, come li chiamava lo scrittore William Wordsworth (1770-1850), durante la fase di apprendimento giovanile fanno esperienze con tutti i tipi di materiali che si trovano tra… le zampe, da quelli naturali come le cortecce ed i fiori a quelli artificiali come giornali e guarnizioni di finestre. L’abilità appresa con il “becco” servirà a renderli abili cercatori di insetti e di altre possibili fonti di cibo. In una località inglese, intorno agli anni ’30, vennero sorprese alcune Cinciarelle che si dedicavano al furto beccando i sigilli delle bottiglie del latte per arrivare alla panna della superficie. Nel giro di vent’anni, grazie all’apprendimento di questa specie ed alla loro capacità di imitazione, l’abitudine di rubare la panna si diffuse in tutta la Gran Bretagna e coinvolse anche altre specie di cince. Il successo del latte scremato o parzialmente scremato e l’introduzione di confezioni di plastica e di cartone impedirono i furti e l’abitudine decadde. In primavera possiamo scovare qualche Cinciarella nell’intento di cercare insetti in ogni dove, dato che il cibo che deve assumere ogni giorno è di quantità pari alla metà del suo peso (che è di 10 grammi). La maggior parte del tempo lo trascorre nello scovare insetti e ragni annidati nelle più piccole fessure. Recenti studi hanno dimostrato che le Cinciarelle possono predare anche le micidiali Processionarie del pino. Per attirare questi uccelli è sufficiente apporre presso parchi e giardini delle cassette nido di opportune dimensioni (vedi www.lipu.it). La schiusa delle uova avviene solitamente in coincidenza con la massima proliferazione di insetti su querce e frutteti in modo da assicurare alla sua prole, con una rapida e fruttuosa ricerca, gli oltre 1000 insetti di cui hanno bisogno ogni giorno.

Una specie simile ma di dimensioni maggiori (14 centimetri) è la Cinciallegra (Parus major). Al posto della colorazione blu o azzurra della nuca, la Cinciallegra possiede un vistoso nero, che si protrae fin sulla fronte e fin sotto gli occhi, lasciando solo le gote bianche. Anch’essa possiede una tonalità gialla nella parte inferiore ma, a differenza della Cinciarella, questa viene attraversata da una linea nera che dalla gola arriva quasi fino all’inizio della coda. Difficilmente questa specie resta in silenzio, i maschi possiedono in media circa 32 canti che utilizzano soprattutto nei primi mesi dell’anno. Entrambi i genitori si occupano della prole e sono disposti a mettere a repentaglio la propria vita per difenderla anche di fronte ad un rapace. Portano da mangiare al nido quasi 900 volte al giorno e dalla cova allo svezzamento catturano più di 10.000 insetti, assicurando il cibo in base all’appetito dei piccoli che viene misurato in proporzione al volume della richiesta. Aiutano inoltre i loro piccoli ad impratichirsi nel volo e nella ricerca del cibo fino a quando non sono in grado di cavarsela da soli (autunno). La spiccata intelligenza di questi uccelletti li rendono astuti ricercatori di cibo: osservano le foglie dal di sotto per vedere quali di queste nasconde dei bruchi, becchettano sulle ghiande per capire dal suono se vi sono insetti all’interno e usano “arnesi”. Risale a più di due secoli fa la scoperta di un naturalista che ha osservato una Cinciallegra mentre, con un ago di pino nel becco, tentava di estrarre larve dalla corteccia. Durante l’inverno gli insetti scarseggiano e così la Cinciallegra passa gradualmente a nutrirsi di semi e nocciole ed incomincia a frequentare anche le mangiatoie spostandosi in gruppo, spesso composto anche da altre specie di cince e da altri piccoli uccelli,  per una più fruttuosa ricerca del cibo.

In ogni tradizione il canto degli uccelli è un auspicio (auspices da avis spicere = osservare gli uccelli). Secondo una credenza ebraica i Libri sapienzali (Proverbi, Sapienza, ecc.) sono stati dettati al re Salomone proprio dagli uccelli e anche nel Corano Salomone afferma “siamo stati istruiti dal linguaggio degli uccelli” .

Ma il loro canto, per chi sa ascoltarlo, ha anche il potere di incantare. Una leggenda medioevale narra di un monaco che, seguendo i suoni melodiosi e dolcissimi di un uccello fino al folto del bosco, dimenticò il trascorrere del tempo e quando tornò al suo monastero scoprì che erano passati trecento anni.

Per imparare a riconoscere alcuni dei melodiosi canti o semplicemente per farvi incantare partecipate anche voi all’Evento “Il Concerto del Mattino” che ogni anno, in primavera, si svolge presso l’Oasi LIPU di Casacalenda (CB). Per conoscere il periodo o la data esatta andate alla pagina Eventi Natura.

© Autore Angela Damiano — Pubblicato sul periodico  “La Fonte”

Due specie a confronto