Piano di Sviluppo Rurale (PSR) 2007-2013

Commento LIPU alla bozza della Regione Molise

Lo stadio preliminare al quale si trova la bozza del PSR della Regione Molise, permette di fare delle osservazioni piuttosto generali e qualitative. Purtroppo, da una prima analisi emerge che le misure che possono avere effetti positivi sull’ambiente, e sulla biodiversità in particolare, sono insufficienti ad affrontare i problemi degli ambienti rurali molisani.

Di seguito sono riportati alcuni commenti, generali e specifici, sperando che possano essere tenuti in considerazione per la stesura della versione definitiva del Piano.

Considerazioni generali

La biodiversità della Regione Molisana è minacciata dal degrado e dalla trasformazione degli habitat aperti e dall’intensificazione dell’agricoltura.

Per affrontare questa situazione, appare necessario combinare forti investimenti nel recupero di ”isole” di habitat naturale con un miglioramento diffuso della matrice agricola per garantire una sufficiente connettività tra le suddette “isole”. Si rende quindi utile un approccio a due livelli:

· misure di base: misure di “mitigazione” degli impatti agricoli, relativamente facili da applicare e poco costose, da applicare su larga scala con l’obiettivo di “ammorbidire” la matrice agricola aumentandone la connettività per le specie selvatiche. Queste misure, pur applicabili su larga scala, vanno preferibilmente concentrate nelle zone prioritarie (es. pertinenze fluviali) e affiancate alle azioni di ripristino ambientale. E’ opportuno prevedere l’adozione di un criterio di preferenza per le misure che sommano benefici alla biodiversità a benefici ambientali generali (qualità delle acque, controllo dell’erosione, mitigazione dell’effetto serra);

· misure specializzate: primariamente ripristino di particolari habitat naturali e semi naturali utili per l’insediamento della fauna e flora selvatiche ed in particolare mirati alla conservazione di specie minacciate. L’utilizzo di specie ombrello come target permetterebbe di ottenere interventi più focalizzati, efficaci e monitorabili.

La priorità ecologica in Molise è il mantenimento di un’agricoltura estensiva, di vaste aree a prato e pascolo estensivo per la sopravvivenza di rapaci (Nibbio reale, Biancone, Lanario, Pellegrino, Gufo reale), Ghiandaia marina e alaudidi (Ortolano, Averla piccola, Calandro, Tottavilla).

Le misure agro-ambientali non dovrebbero comprendere misure generiche prive di chiari obiettivi e di benefici dimostrabili, oppure difficili da monitorare e da controllare.

La ripartizione finanziaria per Asse non rispecchia né le indicazioni della Commissione Europea che assegna una maggiore dotazione minima all’Asse 2, né le indicazione del Piano Strategico Nazionale. Auspichiamo quindi un aumento della dotazione finanziaria relativa all’Asse 2.

Non viene quantificato l’indicatore di base regionale “avifauna delle zone agricole” (population of farmland birds). L’Italia è uno dei Paesi che aderisce al progetto “Pan European Common Bird monitoring (PECBM)” dal 2001. Quindi sono già disponibili i dati per il calcolo dell’indicatore di biodiversità delle zone agricole a livello regionale ed è realistico prevedere che sarà relativamente semplice ed economico reperirli in futuro. I punti di forza di questo indicatore consistono nella rilevanza delle informazioni fornite, nella semplicità, nel rigore statistico, nella sensibilità al cambiamento, nella facilità di aggiornamento (anche con scadenza annuale) e nella economicità.

Non vengono mai quantificati gli obiettivi relativi alle misure; questa situazione, in assenza di un piano finanziario dettagliato al livello della singola azione, impedisce di valutare l’efficacia che il PSR potrebbe avere nell’arrestare il declino della biodiversità degli ambienti rurali e forestali.

Non sono segnalati gli indicatori di impatto delle misure. In particolare per le misure agroambientali, che hanno obiettivi tra loro molto diversificati, si suggerisce l’adozione di indicatori di impatto specifici e differenziati in base agli obiettivi di ogni singola azione. Gli uccelli per alcune misure possono essere un indicatore adatto.

Considerazioni sulle misure

1)  Azioni nel campo della formazione professionale e dell’informazione (111)

Utilizzo dei servizi di consulenza (114)

Commento: riteniamo che sarebbe opportuno finanziare tramite questa azione anche la realizzazione di corsi di formazione per operatori agricoli e forestali. Considerato che la biodiversità è uno dei temi prioritari per lo sviluppo rurale sia a livello europeo che italiano, tra le materie oggetto dell’attività di formazione, informazione e consulenza andrebbe inserita anche “la conservazione e l’incremento della biodiversità, agricola e naturale”.

Sarebbe opportuno attivare un servizio di consulenza per gli agricoltori al fine di aiutarli nella scelta delle misure più idonee alle caratteristiche ambientali dell’azienda.

Gli enti erogatori dei servizi di consulenza dovrebbero utilizzare personale qualificato in materie naturalistiche ed ecologiche.

2) Ammodernamento delle aziende agricole (121)

Accrescimento del valore aggiunto dei prodotti agricoli e forestali (123)

Commento: non dovrebbero essere ammissibili le spese  per l’acquisto e la costruzione di serre. La proliferazione di serre fisse causa ingenti danni ambientali e naturalistici soprattutto perché tendono a concentrarsi in zone limitate particolarmente vocate a questo tipo di coltivazione. Tale attività produttiva è di per se molto remunerativa e non è quindi giustificata la concessione di incentivi a questo settore  tramite il Piano di Sviluppo Rurale che non sia orientati ai produttori già in possesso di serre fisse al fine di ridurre l’impatto negativo che queste strutture hanno sull’ambiente e sulla biodiversità.

La sistemazione dei terreni agrari e la realizzazione di opere di regimazione idraulica dovrebbe essere indirizzata al risparmio idrico e non comprendere sistemazioni e opere che comportano danni all’ambiente e alla biodiversità.

Infine, in generale, l’ammodernamento aziendale dovrebbe essere sempre finalizzato anche alla riduzione dell’impatto dell’attività agricola sull’ambiente.

3) Accrescimento del valore economico delle foreste (122)

Commento: le azioni finanziate per aumentare il valore economico delle foresta devono sempre essere compatibili con la necessità di rispettare le esigenze ecologiche delle specie selvatiche favorendo tutte le funzioni cui il bosco può adempiere (protettiva, conservazionistica, ricreativa, economica, ecc.).

Gli obiettivi della misura devono essere raggiunti anche, e soprattutto, con il miglioramento qualitativo dei sistemi forestali e di conseguenza delle produzioni forestali.

Incentivando il miglioramento delle condizioni strutturali dei soprassuoli forestali si garantisce la produzione di assortimenti con elevate caratteristiche qualitative che consentono al prodotto di collocarsi adeguatamente sul mercato, rivalutando l’intero sistema.

Il miglioramento della struttura, aumentando la stabilità ecologica e la biodiversità interna ai sistemi forestali, favorisce l’adempimento di tutte le funzioni richieste al bosco.

Andrebbe sviluppata la certificazione ambientale FSC.

4) Infrastrutture connesse allo sviluppo e all’adeguamento dell’agricoltura e della silvicoltura (125)

Recupero del potenziale di produzione agricola danneggiato da disastri naturali e introduzione di adeguati strumenti di prevenzione (126)

Commento: ci si riserva di commentare la misura quando verranno indicati maggiori dettagli.

5) Indennità a favore delle zone montane e di altre zone caratterizzate da svantaggi naturali (211 e 212)

Commento: si valuta positivamente l’inserimento di queste misure, che possono essere utili al mantenimento della biodiversità. Al fine di aumentare il potenziale positivo sull’ambiente di queste misure i criteri di ammissibilità andrebbero integrati con condizioni minime ambientali come ad esempio un limite massimo di carico di bestiame.

7) Indennità Natura 2000 e indennità connesse alla direttiva 2000/60/CE – Indennità Natura 2000

Commento: si valuta positivamente l’inserimento di queste misure, che possono essere utili al mantenimento della biodiversità. Sarebbe opportuno attivare anche le indennità per i terreni forestali.

8) Pagamenti agro-ambientali (214)

Commento: si valuta positivamente l’inserimento dell’agricoltura biologica in questa misura che va necessariamente integrata con quanto riportato nel successivo punto relativo agli Investimenti non produttivi.

9) Investimenti non produttivi

Commento generale: si valutano positivamente gli interventi contenuti in questa misura. Si ritiene però che tali interventi non siano sufficienti per il raggiungimento dell’obiettivo strategico della conservazione della biodiversità. A questo proposito si evidenzia un peggioramento rispetto al precedente periodo di programmazione che proponeva anche il ritiro ventennale dei seminativi dalla produzione.

Interventi su terreni agricoli

Non viene indicata una priorità nella localizzazione degli interventi al fine di garantire il raggiungimento di una massa critica che permetta di realizzare dei risultati in termini di incremento della biodiversità. Sarebbe, quindi, necessario stabilire una gerarchia territoriale dando priorità, ad esempio, alle Aree protette, ai siti Rete Natura 2000, alle Oasi di protezione della fauna, individuate ai sensi della legislazione nazionale e regionale in materia venatoria, ecc. 

Non vengono quantificati gli obiettivi specifici relativi ad ogni azione. Questa situazione impedisce di valutare l’efficacia che il PSR potrebbe avere nell’arrestare il declino della biodiversità degli ambienti rurali e forestali.

Riteniamo che il PSR dovrebbe essere integrato con misure specificamente destinate al raggiungimento dell’obiettivo biodiversità, come richiesto sia dagli orientamenti strategici comunitari che dal Piano Strategico Nazionale. Tali misure possono concorrere contemporaneamente anche al raggiungimento di altri obiettivi strategici quali il suolo e il paesaggio. Le misure che proponiamo sono:

· Mantenimento e recupero di pascoli e prati stabili

Conversione di seminativi in prati stabili e pascoli

I prati stabili e i pascoli, che sono in forte diminuzione in tutte le regioni italiane, rappresentano l’habitat di numerose specie di uccelli meritevoli di tutela e considerate prioritarie dall’Unione Europea come per non sottrarre habitat a specie quali lo Nibbio reale, Biancone, Albanella minore, Ortolano, Averla piccola, Calandro, Tottavilla.

· Mantenimento e ripristino di elementi tipici dell’agroecosistema

Le due azioni già previste andrebbero integrate per comprendere interventi di vario genere, a seconda del contesto locale quali, ad esempio, mantenimento e realizzazione di siepi, stagni, maceri e risorgive, alberi isolati, bordure incolte, boschetti, ecc. Questi interventi permettono di introdurre o migliorare elementi e strutture che aumentano la complessità biologica e rendono più stabile l’equilibrio dell’agroecosistema.

Il mantenimento non può essere limitato alla semplice non eliminazione degli elementi caratteristici dell’agroecosistema. Tale impegno, infatti, dovrebbe rientrare nella condizionalità. Dovrebbe, piuttosto, essere richiesta la realizzazione di interventi di gestione naturalistica che permettano di migliorare la funzionalità ecologica di questi elementi esistenti al fine di aumentare la complessità biologica e rendere più stabile l’equilibrio dell’agroecosistema. A tal fine è fondamentale che vengano previsti tassativamente tempi e metodi di gestione della vegetazione che garantiscano la tutela della fauna in periodo riproduttivo - controllo della vegetazione esclusivamente con lavorazioni del terreno “leggere” (sfalci, erpicature, ecc.) e non con trattamenti chimici (diserbanti, disseccanti, ecc.) nel periodo compreso tra il 20 agosto e il 1° marzo.

· Ritiro delle coltivazioni intensive per scopi ambientali e faunistici

Quest’azione consiste nell’interruzione della pratica agricola per 20 o 10 anni per la creazione di habitat di pregio quali, ad esempio, zone umide, complessi macchia-radura, prati umidi e prati permanenti a scopi faunistici. Tali interventi potrebbero essere particolarmente importanti in aree degradate dal punto di vista vegetazionale e paesaggistico o in aree fortemente utilizzate a fini agricoli, soprattutto lungo la costa o nell’immediato entroterra.

Andrebbe inserito un premio specifico ed adeguato per la realizzazione di zone umide temporanee, un tempo estremamente diffuse, che sono molto importanti per lo svernamento e per la migrazione di numerose specie di uccelli. Creazione di "zone umide", caratterizzate dal mantenimento di un adeguato livello d'acqua per tutto l'anno nelle zone sommerse, che devono occupare almeno 3/4 della superficie ritirata; l’eventuale superficie non soggetta a sommersione (al massimo 1/4 di quella ritirata), deve essere mantenuta inerbita e vi  possono essere piantumati alberi e/o arbusti autoctoni;creazione di "prati umidi", con mantenimento di uno strato di acqua per almeno 6 mesi all'anno, indicativamente da ottobre a marzo, su almeno il 50% della superficie interessata al ritiro. Per consentire la riproduzione dell'avifauna acquatica è necessario mantenere la sommersione di una parte (almeno il 10%) della superficie ritirata anche nei mesi di aprile, maggio, giugno e luglio.

Quest’azione è in potenzialmente in grado di fornire eccezionali risultati in termini di aumento di biodiversità. A tal fine è però fondamentale che il PSR preveda tassativamente tempi e metodi di gestione della vegetazione che garantiscano la tutela della fauna in periodo riproduttivo - controllo della vegetazione esclusivamente con lavorazioni del terreno “leggere” (sfalci, erpicature, ecc.) e non con trattamenti chimici (diserbanti, disseccanti, ecc.) nel periodo compreso tra il 20 agosto e il 1° marzo.

Affinché questa azioni possa avere successo, infine, è necessario attivare un efficiente sistema di promozione, informazione e consulenza indirizzato agli agricoltori.

· Allevamento di razze locali in pericolo di estinzione

Questa misura può essere funzionale alla continuazione di pratiche di allevamento che concorrono a mantenere preziosi habitat, quali i pascoli, importanti per la conservazione delle specie selvatiche, in grado di contribuire positivamente, quindi, alla conservazione della biodiversità, oltre che al mantenimento di attività agricole in zone svantaggiate.

Interventi su terreni forestali

Gli interventi contenuti nel PSR hanno l’esclusivo obiettivo di favorire le fruizione pubblica. La sistemazione e recupero di sentieri per la fruizione delle aree norme tecniche basate anche su criteri naturalistici al fine di evitare di arrecare danno o disturbo alle specie selvatiche

Riteniamo invece che sarebbe opportuno inserire anche degli interventi con obiettivi naturalistici quali:

· Rinaturalizzazione dei rimboschimenti di specie esotiche

· Eradicazione o controllo di specie alloctone invasive

· Diversificazione della struttura forestale (diradamento in boschi eccessivamente fitti per favorire la rinnovazione naturale, governo a ceduo di piccole parcelle in estese formazioni a fustaia, avvio a fustaia di parcelle in estese formazioni a ceduo, ecc.)

· Diversificazione della composizione specifica forestale mediante piantumazione di essenze rare all’interno di formazioni pure (ad esempio Abete bianco, Tasso, Acero, Agrifoglio, ecc. all’interno delle faggete appenniniche)

· Creazione di radure

· Creazione di piccole zone umide per favorire l’insediamento e la riproduzione di anfibi e invertebrati

· Mantenimento e adattamento allo scopo, laddove esistono, di piccoli ruderi di muri o edifici utili al rifugio, alla sosta e alla riproduzione di molte specie di rettili e di loro predatori

· Incremento della biomassa legnosa morta

· Limitazioni alle attività forestali attorno a nidi o agli areali di riproduzione di specie importanti (es. uccelli rapaci o Tetraonidi)

· Mantenimento di alberi morti o deperienti

· Mantenimento di alberi con cavità

 

10)  Imboschimento di terreni agricoli  (221)

Commento: è positivo che siano esclusi i prati stabili e i pascoli. Sarebbe, però, auspicabile che tra i terreni agricoli ammissibili per questa misura non venissero inseriti nemmeno i terreni a riposo, tenuto conto che tali ambienti rappresentano habitat prioritari fondamentali per la sopravvivenza di specie di uccelli di interesse comunitario (Zigolo nero, Ortolano, Tottavilla, Averla piccola, Averla capirossa, Calandro, ecc).

L’imboschimento andrebbe ristretto all’utilizzo di specie autoctone tipiche dell’ecosistema locale, in particolare l’uso di essenze esotiche per la realizzazione degli imboschimenti su base naturalistica va assolutamente evitato. A questo tipo di imboschimento dovrebbe essere data la priorità.

Gli imboschimenti con specie alloctone rappresentano ambienti poveri per la fauna, inoltre spesso arrecano un danno anche dal punto di vista paesaggistico.

11) Imboschimento di superfici non agricole (223)

Commento: le specie di maggior interesse conservazionistico presenti in Molise dipendono dagli ambienti aperti. Siccome la conservazione della biodiversità è un obiettivo prioritario del PSR, l’imboschimento delle superfici non agricole andrebbe utilizzato soltanto in aree limitrofe ai centri urbani o in aree ecologicamente compromesse o in ambienti dove l’imboschimento porta comprovati benefici ambientali, escludendo i terreni incolti e prati e pascoli abbandonati che andrebbero piuttosto mantenuti. L’imboschimento dovrebbe essere realizzato esclusivamente con specie autoctone adatte all’ecosistema locale. La realizzazione di questa misura nei siti della Rete Natura 2000 dovrebbe sempre essere sottoposta a valutazione di incidenza.

12) Ricostituzione del potenziale forestale e interventi preventivi (226)

Commento: alcune di queste azioni, come la pulizia del sottobosco e le cure colturali del soprassuolo, possono avere un impatto fortemente negativo sulla biodiversità, soprattutto se realizzate in assenza di norme tecniche basate anche su criteri naturalistici.

Si valuta negativamente l’inserimento della realizzazione di nuove strade e piste forestali che ha sempre un impatto negativo sulle aree forestali in quanto comporta ulteriore frammentazione e disturbo degli habitat.

Questo tipo di interventi necessita comunque di una Valutazione di Incidenza all’interno di siti Natura 2000.

Va escluso l’uso di essenze alloctone.

E’ positiva la misura per la sostituzione degli imboschimenti di specie alloctone con specie autoctone più idonee alla situazione locale. La progressiva sostituzione può avvenire mediante rinaturalizzazione degli imboschimenti di specie alloctone mediante diradamenti per favorire l’ingresso di specie autoctone.

13) Pagamenti per interventi silvoambientali.

Commento: si valuta negativamente l’assenza di questa misura che può fornire un sostegno economico agli operatori forestali al fine di rendere la loro attività più compatibile con le esigenze ecologiche delle foreste e più redditizia qualora si finanziasse l’adesione ad un sistema di certificazione ambientale.

E’ indispensabile fornire sostegno economico, attraverso appropriati indennizzi, per tutti quei comuni interessati al ritiro dei boschi dal taglio ceduo (per motivi di conservazione e valorizzazione sostenibile) e che devono approntare nuovi Piani d’assestamento selvicolturali.

Indennizzi devono prevedere il mancato introito dovuto all’abbandono del ceduo tradizionale.

14) Rinnovo e sviluppo dei villaggi (322)

Commento: vanno utilizzate metodologie di ristrutturazione recupero architettonico, risanamento conservativo, riqualificazione, compatibili con le esigenze delle specie selvatiche di interesse conservazionistico il cui habitat è costituito da abitazioni e manufatti.

15) Disposizioni per la pubblicità del programma

Commento: andrebbe opportuno attivare un servizio di consulenza per gli agricoltori al fine di aiutarli nella scelta delle misure più idonee alle caratteristiche ambientali dell’azienda. Tale servizio dovrebbe  comprendere personale qualificato in materie naturalistiche ed ecologiche. Tale servizio dovrebbe avere la maggior diffusione locale.

16) Partenariato

La LIPU non compare tra i soggetti aderenti al Partenariato istituzionale ed economico-sociale nonostante sia stata effettivamente coinvolta dopo una richiesta ufficiale inviata il 31 maggio 2006. Si chiede una rettifica.

Inviato alla Regione Molise (marzo 2007)  - a cura di Patrizia Rossi, Responsabile Nazionale LIPU Settore Agricoltura

Per gli uccelli, per la natura, per la gente

 

 

 

 

 

 

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