Vanessa Io e Vanessa atalanta

“Lunghe siepi vive di uccelli e moscerini e larghe bianche farfalle, E sembra che il fiore del biancospino vita abbia preso e palpiti nel vento” scrisse E.B. Browning, poetessa inglese dell’800 riferendosi all’immagine delle farfalle che sembrano come fiori viventi distaccati dai loro steli e cullati dal vento. 

La loro affascinante bellezza, i loro colori e la loro fragilità hanno ispirato poeti e pittori di tutte le epoche e l’hanno eletta simbolo dell’anima, tanto che in greco la parola psyché le indicava entrambe. Nelle tombe regali di Micene sono state trovate incisioni di farfalle su grandi dischi d’oro come simbolo dell’immortalità dell’anima. Tale simbolismo è presente in molte civiltà sparse nel mondo alcuni ritrovamenti riguardano anche i popoli messicani e andini. In gran parte dell’Italia, ma soprattutto in Sicilia, è considerata anche un messaggero alato, portatrice di buone notizie, quando entra o cerca di entrare in una casa o quando si posa sulle persone.

Comparse sulla Terra nel Cretaceo, più di cento milioni di anni fa all’epoca dei dinosauri, dal V secolo divennero simbolo della resurrezione di Gesù grazie alla loro metamorfosi (trasformazione). Questi insetti, infatti, compiono una metamorfosi completa: dall’uovo nasce un bruco (dotato di apparato masticatore che gli permette di nutrirsi di vegetali) che, una volta cresciuto, si trasforma in crisalide (detta anche pupa) dalla quale uscirà da adulto (immagine) e con caratteristiche e abitudini alimentari completamente differenti. L’immagine, infatti, possiede un apparato succhiatore detto “spirotromba” che gli permette di nutrirsi di nettare e frutta marcescente. Questa trasformazione radicale permette una minore competizione tra genitori e figli che possono così convivere nello stesso ambiente. 

Le farfalle appartengono all’Ordine dei Lepidotteri, parola che deriva dal greco e che significa “ala a scaglie” ad indicare la loro singolare caratteristica di possedere ali ricoperte da piccole scaglie disposte come le tegole di un tetto. Ad “occhio nudo” le scaglie non sembrano altro che una polverina ma al microscopio possiedono forme diverse in base alla loro posizione e funzione: alcune di esse emettono feromoni, un richiamo chimico paragonabile ai nostri profumi, per attirare il partner che riesce a percepirli anche a circa 4 chilometri di distanza. Ciascuna scaglia, grazie al tipo di pigmento contenuto ed alla rifrazione della luce, “colora” le ali delle farfalle non per un motivo puramente estetico ma per permetterne la difesa dai predatori, il riconoscimento del sesso  e l’accumulo di energia fungendo come pannelli solari.

Tra le farfalle più colorate vi sono quelle appartenenti alla famiglia delle Ninfalidi e al gruppo delle Vanesse che possono trascorrere l’inverno sia da adulte all’interno delle folte edere o nelle cavità dei tronchi ma anche sottoforma di uovo o crisalide. La sua colorazione ed i disegni delle ali rendono inconfondibile la Vanessa Io (Inachis io) che su ciascuna delle sue ali rosse porta una grande macchia ocellata che serve a spaventare eventuali predatori.

Una specie molto territoriale che difende il proprio territorio da tutte le altre farfalle, occupandolo anno dopo anno con le nuove generazioni è la Vanessa Atalanta (Vanessa atalanta) che è anche l’ultima specie ad ibernare e la prima a fare capolino nelle belle giornate invernali. Questa specie frequenta sia ambienti naturali ma anche parchi e giardini cittadini purché vi siano fiori da cui suggere il nettare e Ortica sulla quale deporre, da marzo a settembre, circa 200 uova (nelle zone urbane può deporre anche sulla Parietaria).

Entrambe le specie possiedono, nel lato inferiore delle ali, una  colorazione mimetica che gli permette di “nascondersi” nell’ambiente quando sono posate per riposarsi. Anche la Vanessa atalanta possiede una colorazione che la rende facilmente riconoscibile tra le altre specie: il lato superiore delle ali è nero mentre le due ali superiori vengono attraversate da una striscia di colore bianco ed una rossa su ciascuna ala.  Il bruco, spinoso e di colore grigio scuro con strisce gialle sui fianchi, vive solitario all’interno delle foglie che arrotola con della seta che esso stesso produce. Anche il bruco della Vanessa io si nutre di Ortica, è di colore nero con minuscoli puntini bianchi e durante i primi giorni vive in gruppo con quelli della stessa specie e poi una volta cresciuto si allontana.

Nonostante siano specie abbastanza comuni soffrono, come tutte le farfalle, dell’inquinamento e dello sfruttamento delle aree incolte e dalla frammentazione e distruzione degli habitat e delle loro piante alimentari.

Per saperne di più su queste ed altre specie o più in generale sulle farfalle partecipa all’evento che organizza ogni anno ad inizio giugno l’Oasi LIPU di Casacalenda (CB). Per conoscere la data esatta vai alla pagina Eventi natura.

© Autore Angela Damiano — Pubblicato sul periodico  “La Fonte”

Due specie a confronto

In Italia ben 55 specie di farfalle sono minacciate o considerate vulnerabili!

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“I Papilionidi: Polissena, Macaone e Podalirio”