Vipera comune e Biscia dal collare

Avrei voluto inaugurare questo nuovo spazio con una specie diversa ma dato che lo scopo di questi articoli è proprio quello di informare e far conoscere gli animali presenti nella nostra regione, sfatando quelle che sono ormai considerate leggende e credenze popolari, ho scelto di iniziare a parlare degli animali che più di tutti pagano le conseguenze della scarsa conoscenza nei loro confronti: la Vipera comune e la Biscia dal collare.

Alcuni giorni fa sui quotidiani locali è apparso un articolo che descriveva che nel comune di Ripabottoni, sito nella provincia di Campobasso, stava avvenendo una vera invasione di “vipere” e che un cittadino aveva ucciso uno di questi animali che era uscito da una catasta di legna. La foto pubblicata nell’articolo voleva incriminare il “velenoso” animale ma ritraeva invece una Biscia dal collare (Natrix natrix), un serpente del tutto innocuo, ucciso a causa della sua colorazione molto simile a quella della Vipera. Ma non è stato e non sarà, purtroppo, l’unico caso dell’uccisione di un’innocente ma invece il primo di una lunga serie: la Biscia dal collare ha infatti la “cattiva” abitudine di mettersi nei guai rifugiandosi tra cataste di legna e nelle cantine in cerca di un riparo dove passare l’inverno. Spesso rinviene qui le sue prede: topi, rane e piccoli ratti. Questa specie sembra entrare in latenza invernale verso ottobre e novembre per poi riprendere la vita attiva verso marzo-aprile. E’ una specie che in natura tollera bene anche  basse temperature (8-10° C) e vive circa 9 anni raggiungendo anche un metro di lunghezza. Un'unica eccezione è il rinvenimento di un esemplare che aveva ben 19 anni.

La Vipera (Vipera aspis) invece, mal tollera le basse temperature che se inferiori a -2°C diventano per lei letali. Essa non supera i 70 cm di lunghezza e vive in media 14 anni. Preferisce vivere in aperta campagna e passa l’inverno in rifugi più naturali come tane di roditori, fitto fogliame o cespugli, tra rocce o cataste di massi. Se vogliamo cercare di “umanizzare” il comportamento della Vipera possiamo dire che è abitualmente timida in quanto evita l’uomo ed alcune volte non reagisce anche se molestata: è sufficiente dargli il tempo di sentire le vibrazioni prodotte dai nostri passi sul sentiero o tra l’erba per farla fuggire. In Molise è stata censita una sola specie: la Vipera comune ed l’unica specie con ghiandole velenifere anche se il morso di un solo individuo, a digiuno da oltre 15 giorni, non contiene sufficiente veleno per provocare la morte di una persona sana. Molto spesso le morti sono infatti provocate da allergie ai sieri antivipera o da infarti provocati dalla paura, come dimostrano le statistiche ed i rapporti delle ASL.

Ma perché l’uomo ha così tanta paura dei serpenti?

Nella cultura cristiana il serpente o altre specie di rettili sono stati per secoli considerati animali demoniaci. Un primo esempio a valenza negativa, che tutti conosciamo, è legata al racconto biblico della Genesi riguardante la tentazione di Eva ad opera del serpente, il più astuto fra gli animali creati da Dio sulla Terra.  Ha invece attirato poco la nostra attenzione la simbologia positiva data nel Vangelo di Giovanni ad un serpente di bronzo:” …e Mosè innalzò il serpente nel deserto, così deve essere innalzato il Figlio dell’uomo, affinché tutti coloro che credono in lui abbiano vita eterna”.

Tra i serpenti il posto principale nella letteratura europea è dato alla Vipera in quanto unico rettile velenoso, il più temuto ed il protagonista di varie leggende ormai sfatate dalla scienza:

· I nati della vipera uccidono la loro stessa madre” non è altro che la versione medioevale di “raccogliamo ciò che seminiamo”.

· La vipera assale l’uomo vestito e risparmia quello nudo” è un detto solo simbolico per avvertire che colui che è coperto di ricchezze viene assalito da coloro che cercano di toglierle mentre del povero nessuno si cura.

· Guardapasso o “la vipera dei sette passi”, specie inesistente, frutto di una credenza popolare ancora radicata in molti paesi del Molise.

· U ciaraulo” settimo figlio nato il 25 gennaio che avrebbe capacità di incantare i serpenti e curare i morsi di vipera.

Accanto a ciò, chi non conosce la festa di S. Domenico con la Sagra dei Serpenti di Cocullo in Abruzzo, durante il quale tutta la popolazione adorna la statua del santo con serpenti vivi (soprattutto cervoni) che vengono rilasciati indenni dopo la processione ?

L’uomo ha una paura atavica per molti animali e c’è chi cerca di sfruttarla al meglio.

Quasi ogni estate, da qualche anno a questa parte, circolano voci che parlano di “lanci di vipere” e altri serpenti come i Cervoni (o addirittura di lupi !) che secondo i diffamatori più fantasiosi vengono effettuati con gli elicotteri in varie località da parte di naturalisti e dal Corpo Forestale dello Stato.

Ignoriamo la fonte di queste patetiche invenzioni e ci meravigliamo che persone di buon senso o di cultura possano ancora crederci. Possiamo però ipotizzare che mettere in “cattiva luce” gli ambientalisti, i parchi, le oasi e le riserve, il Corpo forestale che tutela l’ambiente e la fauna, faccia comodo ancora a molti che preferiscono alimentare dissensi e menzogne per motivi egoistici e spesso speculativi.

I serpenti non sono animali di gomma, ma hanno anch’essi una colonna vertebrale e degli organi vitali e quindi un impatto al suolo risulterebbe letale. Ma c’è chi parla addirittura di liberazioni fatte utilizzando dei paracadute, senza pensare alle complicazioni e nemmeno ai costi che ne risulterebbero, che andrebbero sommati al costo, non indifferente, ed alle diverse autorizzazioni necessarie sia per utilizzare un elicottero e sia per poter effettuare ripopolamenti o immissioni di fauna. 

Ricordiamo che i serpenti, come le altre specie di rettili, sono protetti da una Legge regionale sulla fauna minore che ne vieta cattura e uccisione.

E che dire invece dei lupi che sono mammiferi come noi? Vorremmo tanto sapere dove sono questi allevamenti miracolosi, dato che stiamo sempre parlando di una specie in via di estinzione.

Speriamo vivamente un giorno di poter sfatare definitivamente le leggende su questi rettili e di avervi resi curiosi per saperne di più e per farvi superare almeno in parte le vostre paure.

© Autore Angela Damiano — Pubblicato sul periodico  “La Fonte”

Due specie a confronto